Viva la Vita odv ets incontra l’Associazione Volontari Capitano Ultimo

Ieri, presso presso l’ Associazione Volontari Capitano Ultimo onlus a Roma, Viva la Vita ha incontrato il Colonnello ULTIMO.
Presente il Consiglio Direttivo di Viva la vita, con il Presidente Edmondo Lucantonio, Chiara Madia, Valerio Vaccaro, Flavia Maccari, Giusy Ciani, Loredana Panci.
Gli “Ultimi” a cui il Colonnello ULTIMO dedica la Sua opera sono persone lasciate indietro dalla società, cui l’Associazione restituisce accoglienza, ascolto e possibilità, attraverso una una casa famiglia dove vivono10 ragazzi, una Comunità di Mutuo Soccorso nel dono e 8 stanze dove vengono gratuitamente accolte persone senza fissa dimora.
Aver condiviso questa esperienza ha significato mettere in comunione valori comuni, come speranza, giustizia, solidarietà, attenzione e rispetto per la vita di ogni essere umano, indipendentemente dalla sua situazione, provenienza o condizione fisica, per restituire la dignità che spetta ad ogni persona.
Per l’occasione Viva la Vita ha consegnato beni di prima necessità ed ha donato al Colonnello una lettera, intrinseca della testimonianza sentita del Presidente Edmondo Lucantonio, letta dalla paziente Tomassina Fanicchia.
Di seguito se ne riporta uno stralcio:
“Miriam è stata la nostra ispirazione. Non è stato semplice ricevere quella sentenza, non avevamo nemmeno 40 anni. E’ stato sconcertante, non capivo. Ho passato anni affogato in questa situazione, mi impegnavo tantissimo, correvo sia fisicamente che psicologicamente. Dopo ho capito che quella era una gara, e non una corsa dei 100 metri, ma una maratona; anzi dovevo sperare che lo fosse, perché voleva dire che sarebbe durata ancora a lungo. Io dovevo conservare le forze, mantenere il sorriso. Lo stesso sorriso che Miriam tutte le mattine mi regalava quando la svegliavo.
Non so, giuro, non so come facesse, perché magari uno mentre dorme è in un’altra dimensione, ma quando ti svegli ti rendi perfettamente conto di dove sei e come stai, ed essere prigioniero dentro il tuo corpo completamente immobile, poter muovere solo gli occhi, accennare un sorriso, deve essere devastante. Cosa dire, ho fatto quello che avrebbe fatto qualsiasi uomo innamorato: prestare fede ad un giuramento, con il cuore, con l’anima, con i piedi, con le mani, con la voce, e quindi continuare in questo percorso associativo quando è venuta a mancare è stata la naturale conseguenza.
Da venti anni ci impegniamo, siamo una associazione strutturata con servizi e attività di ogni genere, di cui sono fiero di essere il Presidente. Abbiamo fondato l’ospedale a domicilio. Lasciamo dietro le frustrazioni, le sconfitte, l’insensibilità delle istituzioni, della sanità, della politica; andiamo avanti sempre e comunque, perché riteniamo che dove c’è bisogno non ci possiamo e non ci dobbiamo tirare indietro. Qui non si molla mai e noi non molliamo fino a quando non si risolverà, o fino a quando qualcun altro non prenderà il testimone.
Io ci credo, VIVA LA VITA! ”